Ai confini dell’edonismo: aromi intriganti o spiacevoli?

 di Carlo Odello
(Consigliere e docente dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè)

Nell’ultimo incontro con la stampa tenuto a Milano proprio questa settimana abbiamo assaggiato con i giornalisti presenti un Etiopia Harar. Per chi non avesse avuto la possibilità di provarlo, si tratta di un Arabica naturale che presenta una caratteristica molto particolare: una nota selvatica evidente. Qualcuno l’ha definita animale, qualcuno altro l’ha dettagliata più precisamente come pelo, altri sono arrivati alla pelle.

Tutti hanno comunque convenuto che si trattava di un sentore molto al limite. Nel senso che mentre alcuni l’hanno trovato intrigante, altri al contrario l’hanno appena sopportato, confortandosi con il fatto di avere avuto l’occasione di provare un caffè non comune.

L’osservazione più interessante è stata probabilmente quella relativa alla sua evoluzione. La tanto dibattuta nota selvatica, così evidente al naso, non lasciava però un cattivo ricordo. Anche chi non l’aveva apprezzata inizialmente si è ricreduto dopo qualche minuto osservando che la persistenza retrolfattiva evidenziava note invece piacevoli.

Avete anche voi aromi al limite, note su cui non avete ancora raggiunto un accordo con voi stessi? Segnalatemele a carlo.odello@assaggiatori.com o sulla nostra pagina Facebook, sarà interessante tracciare una piccola mappa sensoriale collettiva.

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