In 1.145 alla ricerca del caffè che non c’è

di Luigi Odello
(Presidente dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè)

Quest’anno abbiamo avuto 1.145 ospiti al Coffee Experience che si è tenuto a Verona durante Vinitaly nell’ambito di Coffee Experience. In pratica quasi 300 al giorno e in più d’uno è venuto più volte, tanto che complessivamente abbiamo registrato su scheda 4.739 assaggi.

Perché così tanti operatori intorno al caffè made in Italy? I motivi sono tanti, ma sopra tutti prevale la ricerca di modelli di qualità da proporre al mondo dell’Horeca, in Italia e all’estero. Solo che questi operatori vorrebbero una storia da narrare, che non c’è. Sono abituati al mondo del vino, che di storie ne racconta davvero molte, al limite della tediosità. Fa leva sulla tradizione del produttore, sulle caratteristiche pedoclimatiche della zona, sulle tecnologie utilizzate e la filosofia che le ispira. I nostri ospiti hanno dimostrato una riduzione dell’effetto del “pura Arabica”, ma volevano sapere le origini presenti nella miscela, come è stata concepita, quali parametri di tostatura e la storia del torrefattore. Insomma cercavano un caffè che non c’è ancora, o meglio cercavano un vestito ai 36 caffè presenti al banco di assaggio.

Alcune settimane fa abbiamo commentato alcuni dati ottenuti da Apertamente in un’indagine di mercato mettendo in evidenza la disattenzione del consumatore nei confronti del caffè. Ora possiamo dire che però gli operatori si stanno interessando al nostro prodotto (tra l’altro è significativo l’aumento di quanti richiedono una visita in torrefazione, ricevere notizie, fare corsi e degustazioni), ma i nostri torrefattori non sono ancora in grado di dare loro soddisfazione.

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