Litao, presidente di Iiac China: consumo di espresso minimo in Cina, ma buone opportunità per il caffè italiano

L’8 aprile scorso è nato Iiac China, la sezione cinese dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè. A ricoprire il ruolo di presidente è stato chiamato Li Tao, professionista di lungo corso. Laureatosi in informatica e finanza all’università Hua Nan Nong Ye, nel 2004 ha fondato coffeesalon.com, il più grande sito cinese dedicato al caffè. Attivo nell’insegnamento nella materia dal 2005, Li Tao è diventato assaggiatore Iiac nel dicembre 2010 partecipando al primo corso svolto in Cina e collaborando alla sua organizzazione. La sua scuola Crema a Guangzhou offre una formazione globale sul caffè attraverso una rete di professionisti internazionali, tra cui naturalmente i docenti Iiac. Abbiamo chiesto a Li Tao una breve analisi del mercato in Cina e come vede il futuro del caffè italiano.

Qual è la relazione tra i cinesi e il caffè?
Basta guardare ai numeri: nel 2015 i cinesi hanno consumato mediamente 10 tazze a persona. Il 70% di chi beve caffè va per l’istantaneo (la maggior parte dei cinesi lo ritiene un ottimo prodotto). Possiamo dire che in Cina il caffè non è un bisogno, ma un piacere strettamente legato al tempo libero.
 
Quale tipo di caffè piace ai cinesi?
Al momento in Cina ci sono due modelli di business. Da un lato le grandi catene, per esempio Starbucks, dall’altro i cosiddetti bar indipendenti. Parlando di prodotti, c’è da sottolineare come il prodotto più venduto di Starbucks è il Frappuccino, mentre nei bar indipendenti è il cappuccino. Le quote di consumo di espresso e filtro sono trascurabili. Lo stesso dicasi per i caffè di singola origine. Continuando a parlare di abitudini di consumo c’è da rilevare che i cinesi preferiscono bere caffè il pomeriggio tardi o dopo la cena. E sui locali preferiti: nuovamente Starbucks, i bar di stile coreano (molto di moda ora) e quelli in generale con una certa personalità.
 
Ai cinesi piace il caffè italiano?
Per i cinesi il caffè italiano vuol dire cappuccino, latte (simile al caffè latte italiano) e mocha (caffè latte spolverato di cacao). Il consumo di espresso è minimo. Ad ogni modo l’immagine dell’espresso italiano è positiva, c’è sicuramente spazio per la crescita, direi anzi che potrebbe diventare una tendenza importante. In questo senso siamo fiduciosi sul futuro di Iiac China perché ha conoscenza reale e scientifica del caffè italiano e l’autorevolezza e la competenza per divulgarla.
 
(intervista raccolta e tradotta da Xu Jing, revisione di Carlo Odello)
 

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