Miscela o monorigini per il caffè? Parlano Illy e Vergnano

Interviene anche Illy con la sua Università del Caffè nel dibattito sui risultati della recente ricerca pilota svolta dal Centro Studi Assaggiatori in collaborazione con l’Università di Padova. La ricerca ha indagato le preferenze dei consumatori tra monorigini e miscela (qui è disponibile una sintesi).  Roberto Morelli, direttore dell’Università del Caffè, così commenta i risultati.

La ricerca evidenzia diversi elementi di grande interesse e coglie a mio avviso le tendenze sociali in atto: la crescente capacità dei consumatori – specie quelli culturalmente attenti, come nel campione considerato – di percepire qualità e differenze, la superiorità e la costanza qualitativa di una miscela di alto livello rispetto alle monorigini, la curiosità intellettuale che il caffè suscita ed esprime in ogni fascia della popolazione, prodotto sociale e ricco di contenuti e influssi culturali come pochi. E’ un buon segno per il caffè, per il caffè di qualità a maggior ragione, e ancor più in generale per lo stile di vita italiano nel mondo. Viviamo un’epoca in cui sempre più il consumatore si fa attento, selettivo, consapevole e difficile da conquistare. E la sua stessa “infedeltà”, giustamente sottolineata dalla ricerca, è una sfida per chi fa della qualità un faro, e attraverso essa ricerca proprio la fedeltà. Ma è anche una bella opportunità per chi fa formazione sul caffè e sull’eccellenza qualitativa, temi che già trovano un uditorio sempre più interessato e motivato. Anche sotto questo aspetto ritengo che le monorigini riscontreranno in futuro un interesse culturale, formativo e anche di curiosità, molto più che un’effettiva propensione al consumo.

Abbiamo raccolto anche il commento di Caffè Vergnano, per bocca di Francesca Panucci, responsabile del marketing e della comunicazione dell’azienda.

Senz’altro il consumatore è sempre più attento ed evoluto. Lo dimostra la capacità di scelta rispetto alle private label: quelle che si appoggiano a produttori di qualità sono in forte crescita, proprio perché il consumatore inizia a riconoscere la qualità al di là delle marche a cui si è sempre affidato. In questo periodo sono in sofferenza i prodotti “medi”, a vantaggio dei prodotti ad alto contenuto qualitativo e dei prodotti di primo prezzo. In merito alle monorigini, è difficile che la distribuzione, molto attenta alla redditività dello scaffale, possa permettersi di mantenere in assortimento prodotti che non raggiungano determinati volumi di vendita. Le monorigini rimarranno un prodotto di nicchia, ma che darà la possibilità di educare il consumatore e di far evolvere il mercato.

Altri commenti ci sono pervenuti qui. Chi desidera commentare a sua volta, può farlo scrivendo a news@coffeetasters.org, cliccando qui o con il modulo in fondo all’articolo.

Leggi anche:

1 Commento a “Miscela o monorigini per il caffè? Parlano Illy e Vergnano”

  1. Fabio Verona scrive:

    A mio avviso i caffè monorigini sono, per i consumatori europei, un’esperienza nuova, e come tale conquistata ed avvolta dal fascino della novità.

    Il consumatore attento ed informato, tramite l’assaggio delle monorigini, non potrà che andare ad aumentare il suo apprezzamento delle miscele di alta gamma, dove affinando gusto e palato potrà ritrovare gli aromi degustati nei caffè crù, a tutto vantaggio di quella “cultura del caffè” che per noi è da sempre un punto fondamentale.

    Quindi ben vengano le selezioni di singoli caffè da abbinare ad uno specifico fine pasto o ad un preciso momento della giornata, ma ho seri dubbi che le monorigini possano arrivare ad invertire una tendenza di mercato.

    Fabio Verona, Resp. Qualità Costadoro spa –