Per i giapponesi il caffè è sinonimo di pausa

di Carlo Odello
(Consigliere e docente dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè)

Come ragionano coloro che muovono il mercato giapponese del caffè, vale a dire distributori, buyer, operatori dell’HoReCa? Ce lo racconta il Caffè Italia che abbiamo svolto a Tokyo a marzo scorso in occasione di Foodex, la più importante fiera del settore in Giappone. Giunto alla sua quarta edizione, grazie alla collaborazione con lo Iiac Japan e l’Ice, è stata l’occasione migliore per profilare il pubblico professionale presente.

Innanzitutto il caffè è legato in modo fortissimo al luogo di lavoro: il 62% dichiara di prenderlo infatti quando lavora. Dato tutto sommato confortante soprattutto per chi si occupa di monoporzionato, formato di facile uso nel contesto lavorativo e casalingo (anche se naturalmente in Giappone ci si confronta con il fortissimo e capillarissimo settore vending presente da anni nel paese).

La conferma che il caffè sia bevanda da lavoro viene anche dal significato che gli si attribuisce: solo per l’8% è un piacere per i sensi, per il 34% è utile invece a dare la carica e per il 39% è l’occasione per una pausa. Confortante come sempre anche la buona propensione alla formazione, con il 33% degli intervistati che dichiara che il modo migliore per saperne di più sul caffè sia frequentare corsi e degustazioni.

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