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Giornata Internazionale del Caffè: il primo ottobre si è celebrato uno dei prodotti più consumati al mondo

Dalla sostenibilità, anche economica, delle aziende, alla certificazione dei locali, fino al massimo coinvolgimento del consumatore finale. Le riflessioni dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) nella giornata in cui si celebra il caffè

Ecco alcune iniziative promosse dai soci dell’Istituto Espresso Italiano.

Il primo ottobre si è celebrato in tutto il mondo la Giornata internazionale del caffè, una iniziativa nata nel 2015 e che ogni anno vede promuovere iniziative a partire proprio dalle aziende della filiera. Non potevano mancare i programmi delle aziende che fanno capo all’Istituto Espresso Italiano, una realtà che in Italia raccoglie decine di imprese rappresentando un fatturato di oltre 700 milioni di euro. “Consideriamo questa giornata come l’inizio dell’anno caffeicolo e il nostro programma strategico prevede tre direttrici a partire da una spinta commerciale verso i nuovi soci, certificazione dei locali coinvolgimento del consumatore unico discriminatore del settore – spiega il Presidente di IEI, Luigi Morello – i nostri soci hanno utilizzato questi ultimi anni difficili oltre che per creare efficienza e cercare di ridurre i costi non strategici per contenere il più possibile l’aumento dei prezzi al mercato, anche se in futuro sarà indispensabile ritoccare i listini senza dimenticare che le imprese del settore continuano a investire sulla sostenibilità come ha dimostrato tra l’altro una nostra recente ricerca”.

A proposito di sostenibilità, la recente indagine condotta da IEI sui propri associati, sottolinea per esempio che circa l’impatto ambientale, il 54.6% delle imprese guardino ad una gestione sostenibile delle risorse naturali, tra cui l’acqua, l’energia e i vari materiali. Stessa percentuale, 54,6%, opta per la gestione dei rifiuti o dei prodotti di scarto attuata attraverso la promozione del riciclaggio e la riduzione stessa del rifiuto, oltre ad aumentare e implementare la collaborazione con le società per il riutilizzo. Seguono poi, con quasi il 35%, sia l’abbattimento delle emissioni di gas serra, sia l’utilizzo di attrezzature di nuova generazione.

Obiettivo della giornata, per l’Istituto Espresso Italiano, è stato anche quello di continuare a valorizzare l’espresso, e il caffè in generale, come prodotto di alta qualità e anche per questo IEI collabora con il Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale con il quale condivide anche la candidatura dell’espresso a patrimonio Unesco. “Con queste azioni vogliamo far capire al mercato, ma in particolare al consumatore finale, che il prezzo è funzione della qualità e pertanto non bisogna trincerarsi dietro a un prezzo fisso (a volte eccessivo per un caffè di scarsa qualità) – prosegue il presidente di IEI, Luigi Morello – nel corso di questi mesi ci siamo impegnati a rilasciare interviste ai quotidiani nazionali e internazionali per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi e come Istituto continueremo a farlo, anche attraverso occasioni come questa della Giornata internazionale del caffè”.

I programmi delle aziende di IEI nella Giornata internazionale del caffè. IMS, insieme all’altro brand aziendale, E&B Lab, ha colto l’occasione per lanciare sui social il programma ‘ask the expert’: le domande dei consumatori arriveranno tramite Instagram e gli esperti risponderanno con brevi video o in forma testuale. La San Marco ha proposto invece un open day con una visita guidata gratuita dell’azienda di Gradisca d’Isonzo e un espresso offerto ai partecipanti per riattivare la tradizione del caffè sospeso. Essse Caffè – La Spaziale ha puntato sui giovani con un evento dal titolo “Giovani e caffè: l’energia del futuro in ogni tazza” in programma all’Istituto Alberghiero Veronelli di Casalecchio di Reno (Bo). Caffè Milani invece ha lanciato il format on line “Viaggio nel tempo: Caffè Milani racconta la storia del caffè in 6 tappe”. Si tratta di una campagna social in cui ogni giorno della settimana rappresenta un momento nella storia del caffè, permettendo al pubblico di apprezzare non solo la bevanda, ma anche il suo impatto culturale e innovativo nel corso dei secoli. La Genovese ha proposto infine un Open Day di tostatura presso la Micro Roastery Coffee Storming alle ore 15 del primo ottobre per dare visibilità al processo che c’è dietro al prodotto finale che i nostri consumatori bevono poi in tazza.

“Oasi Lavazza ¡Tierra!” all’interno del Museo Automobili Lamborghini per una Coffee Experience di qualità

Riprendiamo volentieri il comunicato di Luigi Lavazza.

Lavazza, azienda italiana produttrice di caffè tra i principali player mondiali, e Automobili Lamborghini, icona nella produzione di vetture supersportive di lusso, proseguono la collaborazione all’insegna dell’eccellenza e di esperienze uniche.

Il progetto Oasi Lavazza ¡Tierra! – sviluppato da Lavazza per portare un nuovo modo di concepire la pausa caffè nel mondo OCS e Vending – entra all’interno del Museo Automobili Lamborghini: la qualità del caffè Lavazza accompagnerà pubblico e appassionati da tutto il mondo alla scoperta dell’affascinante storia dell’azienda bolognese, degli iconici modelli e dei tour delle linee di produzione che raccontano sessant’anni di innovazione della casa automobilistica.
Un’Oasi Lavazza ¡Tierra! dedicata ai visitatori per poter vivere la migliore coffee experience e, allo stesso tempo, avere la possibilità di creare uno spazio integrato nel museo dove possano nascere momenti di socializzazione e di condivisione in un ambiente tecnologico, verde e unico nel suo genere.
Due realtà iconiche che rappresentano l’Italia nel mondo, accomunate dalla costante ricerca dell’innovazione e per la passione per la qualità.

Il progetto Oasi Lavazza ¡Tierra! è stato avviato nel corso del 2023 con l’installazione delle prime “oasi” nella biblioteca dell’Università Bocconi di Milano, presso Camera – Centro italiano per la fotografia di Torino, in Randstad Box a Milano e nella sede storica di Poltrona Frau a Tolentino.

Nelle Oasi Lavazza ¡Tierra! l’attenzione verso i clienti traspare dalla struttura dell’oasi stessa: spazi dal design contemporaneo modulabili e integrabili in qualsiasi ambiente lavorativo, composti a partire da materiali senza plastica o resine ma utilizzando solo legno, cemento e vetro, materiali che rendono le oasi vere e proprie “aree break verdi” che creano un’atmosfera tropicale, dotate di purificatori d’aria, diffusori di aromi e ricche di piante e verde “vivo”.
Anche la scelta del prodotto inserito in queste aree è frutto della volontà di optare per una soluzione allo stesso tempo consapevole e di valore: le capsule compostabili* per vending machine Lavazza Blue ¡Tierra! For Planet Espresso Bilanciato rappresentano l’unione tra qualità e attenzione alla sostenibilità.

L’installazione dell’Oasi Lavazza ¡Tierra! è stata realizzata con la collaborazione di Buonristoro Spa, una delle principali realtà nel settore del vending italiano.

Anche per lo spazio nel Museo Lamborghini, Lavazza ha collaborato con Progetto CMR, società di progettazione integrata che nel 2024 celebra 30 anni di attività come leader nel design di ambienti di lavoro flessibili, innovativi e sostenibili, caratteristiche che nelle Oasi Lavazza ¡Tierra! trovano perfetta traduzione. Attraverso la creazione di un sistema altamente adattabile e funzionale, articolato in diversi moduli, nasce un’area break in grado di soddisfare molteplici bisogni, anche grazie alla presenza di piani d’appoggio, sedute e vegetazione, che concorrono alla creazione di uno spazio accogliente e riposante.

Grazie alle precedenti installazioni delle Oasi Lavazza ¡Tierra!, in collaborazione con Tree-Nation, sono stati piantati complessivamente 5.200 alberi tra Mozambico, Thailandia, Bolivia e Colombia e con questa nuova attivazione si aggiungeranno 1.500 alberi a supporto del progetto “Reforest the Amazon Basin” in Brasile.

A sostegno del progetto Oasi Lavazza ¡Tierra! Lavazza ha stretto una media partnership con LifeGate, che realizzerà una puntata speciale del podcast “News dal Pianeta Terra” (ascoltabile su Spotify) all’Oasi Lavazza ¡Tierra!, la quale diventerà per l’occasione location d’eccezione della registrazione.

Se il coffee lover diventa “home barista” a casa sua con le macchine da caffè semi-professionali

Un tempo in casa c’era la moka e il rito del caffè al mattino con i ritmi, l’aroma che si spargeva per casa, i tempi a scandire l’inizio della giornata. Oggi il piacere è in una tazzina di espresso preparata con una macchina che replica, nel suo piccolo, quelle di un bar. Il tutto utilizzando miscele particolari, magari frutto della ricerca personale, per individuare quella che meglio soddisfa il gusto di ognuno. È la nuova frontiera che rileva una indagine che l’Istituto Espresso Italiano (IEI), ha condotto su un campione dei propri soci su quelle che sono le tendenze del momento.

«Questa tendenza che si è consolidata da anni in molti paesi esteri, trova i suoi esempi più significativi in Germania e negli Stati Uniti, dove il consumo di caffè di alta qualità a casa, insieme all’acquisto di attrezzature specializzate, è notevolmente elevato – commenta Luigi Morello, presidente di IEI – in Germania e negli Stati Uniti, l’adozione di tecnologie avanzate e una cultura fortemente orientata verso la qualità del caffè hanno accelerato questo fenomeno. In Italia, sebbene il ritmo di crescita sia più graduale, il crescente interesse dei consumatori è chiaramente evidente, come dimostra la nostra ricerca. Oggi, i consumatori italiani possono scegliere tra una gamma di opzioni per il caffè a casa che spesso supera in varietà e qualità quelle disponibili nei bar».

Dal design alla semplicità di utilizzo, una tendenza che cresce. Per Carles Gonzales, coffee competence & product manager di Rancilio Group «la nostra azienda attribuisce grande importanza all’utilizzo delle macchine semi-professionali, riconoscendo il crescente interesse dei consumatori verso la preparazione di un caffè di qualità anche a casa. Nonostante un leggero rallentamento recente, l’interesse per le macchine semi-professionali e per diventare home baristi rimane forte e stabile». «Design moderno e facilità d’uso per rendere l’esperienza piacevole e accessibile a tutti», sono, per Gonzales, le caratteristiche fondamentali di una macchina casalinga insieme a «una stabilità termica continua, fondamentale per estrarre un espresso perfetto, ricco di aroma e gusto». A questo si somma il fatto che «i coffee lover possono utilizzare il caffè che più apprezzano», magari frutto di una personale sperimentazione e «la degustazione di diverse miscele e mono-origini sono fondamentali per scoprire il caffè che soddisfa maggiormente i gusti di ciascun consumatore».

«Tra i nostri soci – ancora Luigi Morello – anche le aziende di attrezzature hanno sviluppato prodotti semi-professionali di altissimo livello, sia in design che in prestazioni, per soddisfare i veri appassionati di caffè. Questi prodotti rappresentano vere eccellenze e sono utilizzati dai produttori per promuovere e diffondere il loro brand nei canali B2C e Office, contribuendo a educare i consumatori e a valorizzare l’esperienza del caffè».

La ricerca della miscela perfetta. Elisabetta Milani di Caffè Milani punta l’attenzione sul fatto che la tendenza sia legata proprio ad una questione di gusto. «Gli espresso più amati dai coffee lover sono i grani: macinati, estratti e degustati al momento. Senza dubbio questa modalità di consumo è quella più consigliata da noi torrefattori perché consente di avere un espresso a casa al massimo delle sue potenzialità organolettiche. Ultimamente vengono privilegiati i pacchetti in grani di piccoli o medi formati che garantiscono freschezza, praticità e permettono di testare diverse miscele o singole origini ed esplorare diverse note aromatiche». Ma quello che è importante, è che una macchina semi-professionale debba avere la certificazione. «È necessaria e importante per i prodotti destinati al cliente, come garanzia di qualità e attenzione da parte dell’azienda produttrice. Quel che conta però è che la certificazione in sé è efficace solo se comunicata, spiegata, conosciuta e riconosciuta dal consumatore finale».

L’home barista e la tendenza di replicare l’espresso a casa. Per Agata Segafredo, communication manager di Essse Caffè, il legame miscela, macchina, barista, può essere vissuto anche a casa. «Il caffè fatto con una macchina semi-professionale è un prodotto che, per limiti tecnologici e di valore delle attrezzature, è “parente” dell’Espresso italiano certificato del bar, ma che è in grado di offrire un’ottima alternativa domestica all’espresso». Segafredo, sottolinea anche come «abbiamo identificando due macro-categorie: il consumatore premium “mainstream” ed il consumatore “coffee radical”. Il primo è interessato ad un prodotto dallo stile tradizionale, come il classico caffè espresso del bar, con una ricerca di qualità superiore rispetto ai prodotti venduti nella grande distribuzione. Il secondo, invece, è un consumatore appassionato, che vuole sperimentare nuovi gusti, alla ricerca di proposte che abbinino la qualità garantita dall’approccio industriale di un torrefattore horeca con la distintività organolettica delle miscele»,

Anche la sostenibilità tra i motivi della scelta dell’espresso a casa. Matteo Borea (La Genovese) pone l’accento sul fatto che «le macchine semi professionali rappresentano un punto di incontro ideale tra le attrezzature professionali e quelle casalinghe, e offrono un equilibrio perfetto tra controllo, precisione e accessibilità». I motivi del successo sono da ricercarsi nel poter «replicare a casa l’alta qualità del caffè che si potrebbe trovare in una caffetteria di livello», sommato al fatto che il «crescente interesse verso le macchine semi-professionali è un indicatore di una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori riguardo alla qualità del caffè e ai processi di preparazione». C’è poi da dire che «offrono un controllo maggiore su ogni fase» e permettono «ai coffee lover di sperimentare e personalizzare le loro estrazioni». A tutto questo si somma il fatto che «questa tendenza è anche legata all’interesse crescente verso pratiche più sostenibili e consapevoli» oltre che a «perché crea un legame tra il mondo dei professionisti e gli appassionati».

Macchina performante, dal rapporto qualità-prezzo, meglio se con la certificazione dell’Istituto Espresso Italiano. Dante Monastero, sales manager di LaSanMarco, spiega che «queste macchine rappresentano un ottimo compromesso tra le esigenze di spazio e la qualità del caffè». Macchine che devono combinare diverse caratteristiche chiave tra le quali «capacità di erogare un espresso di qualità costante e controllo accurato di temperatura e pressione». Ma occorre anche «praticità come il serbatoio dell’acqua facilmente accessibile, e versatilità per le varie preparazioni». Quanto non va poi trascurato è sia «un buon rapporto qualità-prezzo, visto che si tratta di un investimento per gli appassionati». Sia anche «la certificazione di IEI in quanto garantisce che la macchina soddisfi gli standard di qualità necessari per produrre un autentico espresso italiano, di alta qualità, paragonabile a quello servito nei migliori bar». Tutto questo corredato da miscele con una «tendenza verso profili di tostatura che esaltano le caratteristiche uniche di ogni origine, bilanciate che offrono un gusto ricco e complesso».

«Sono fermamente convinto che avere la possibilità di gustare un caffè di alta qualità a casa o in ufficio non solo arricchisce l’esperienza personale, ma può anche sensibilizzare i consumatori a una maggiore attenzione e apprezzamento della qualità del caffè che si trova nei bar», conclude il presidente di IEI, Luigi Morello.

L’Italia del rito del caffè

Riprendiamo volentieri la notizia del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale.

1 ottobre 2024, ore 11.00 – Workshop in live streaming, per partecipare utilizza il seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=2Cnf-EREBQo

PROGRAMMA

MODERA
Helga Sanità, Presidente Comitato scientifico Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale, Professore di Antropologia del Patrimonio, Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli

INTERVENTO DI SALUTO
Giorgio Caballini di Sassoferrato, Presidente Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale

Video – LA CURA NELLA PREPARAZIONE E LA SOMMINISTRAZIONE DELLA BEVANDA NEI LOCALI DI CONSUMO

RELAZIONE
Le sfide dei bar in prospettiva futura, tra competenze professionali e capacità manageriali
Luciano Sbraga, Vice Direttore Generale Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) e Direttore Centro Studi Fipe

TAVOLA ROTONDA
La formazione professionale. Una chiave per sviluppare competenze ed abilità per rendere il rito del caffè un momento unico
Vanna Chessa, Segretario Generale Locali Storici d’Italia
Luigi Odello, Presidente Centro Studi Assaggiatori e Presidente Comitato Scientifico Istituto Nazionale Espresso Italiano
Alberto Polojac, Coordinatore Nazionale SCA Italy, sezione italiana Specialty Coffee Association
Luigi Valentini, Presidente Re.Na.I.A. Rete Nazionale degli Istituti Alberghieri

INTERVISTE AL FEMMINILE
Aicha Aziz Elidirssi, Studentessa
Francesca Bieker, giudice internazionale
Imma Carpiniello, Lazzarelle Cooperativa Sociale a r.l.

Video di presentazione della candidatura a Patrimonio Immateriale dell’Umanità da parte di Unesco – IL CAFFE’ ESPRESSO TRA CULTURA, RITO, SOCIALITA’ E LETTERATURA NELLE COMUNITA’ EMBLEMATICHE DA VENEZIA A NAPOLI

INTERVENTI
Luigi Morello, Referente nazionale delle Comunità rappresentative d’Italia
Rosanna Romano, Direzione generale per le politiche culturali e il turismo Regione Campania

VIDEOMESSAGGIO
Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (*)

(*) in attesa di conferma

Programma completo.

Stili e regioni d’Italia: Sicilia

Emozione, accoglienza, condivisione, una tazzina di caffè in Sicilia non va rifiutata mai.
Per capire appieno il caffè della Sicilia bisogna però tornare in dietro nei secoli e immaginare per un attimo questa regione come l’antica provincia dell’Impero Arabo, esteso nell’anno Mille su tutto il Mediterraneo. Grande, grandissima è stata infatti l’influenza di questa popolazione sulle usanze e i gusti legati a questa bevanda nella regione. Riconosciuti come i primi ad aver usato e diffuso il caffè (chiamato spesso “vino arabo”), gli arabi hanno infatti adottato tale bevanda già nell’800 d.C. come stimolante perfettamente conforme ai principi dell’Islam, senza poi più separarsene anche nel corso delle loro conquiste. Il caffè della Sicilia, nei caratteri, nella cultura e nei rituali, è quindi ancora oggi il caffè del Mediterraneo, il caffè di questa grande civiltà che abbraccia l’Europa meridionale, il Nord Africa e il Medio Oriente, e in cui la Sicilia occupa una posizione centrale.
Il caffè in Sicilia deve quindi essere denso, scuro e intenso: come il caffè degli arabi, che doveva essere tostato scuro e macinato fine per poi essere bollito tre volte. Il loro obiettivo era: estrarre tutto l’estraibile, soprattutto la caffeina, prezioso alcaloide, ma anche gli acidi fenolici, antiossidanti, ma portatori di astringenza.
Se i primi caffè vennero quindi portati nella regione dagli arabi ed erano composti per lo più da Arabica provenienti dall’Etiopia e dall’Africa orientale, con l’avanzare della storia e l’intensificarsi dei traffici, giunsero nella regione i primi Robusta provenienti da Medio Oriente, India, Indonesia, Africa centrale, e in seguito i caffè coltivati nelle colonie spagnole e francesi (seguendo il susseguirsi delle dominazioni straniere nella regione italiana). E i torrefattori della regione vedono ancora oggi tali caffè in un modo del tutto particolare, paragonando la Robusta al vino rosso della Sicilia, che pulisce la bocca grazie alla ricchezza in tannini, e l’Arabica al bianco, forte, oltre che di gradazione, di profumo. Sì, perché i siciliani sono cinestesici, e usare il naso fa parte del loro Dna, proprio come per la cultura araba.
Il profumo del caffè siciliano è quindi una storia, fatta di sensazioni e di seduzioni che nascono da una tostatura lenta, un’estrazione lenta e la lunga attenzione nel prendersi cura della bevanda. Intorno a questa azione, ripetuta miliardi di volte nella storia del Mediterraneo, si avvolge la storia dei rapporti tra le persone. Tradizione questa che si manifesta ancora anche in Etiopia, dove, chi ha la fortuna di visitare la tribù degli Oromo, può osservare il rituale della preparazione del caffè eseguito dalla madre della famiglia.
È proprio la donna infatti, in Etiopia come in Sicilia, ad avere il ruolo di elemento di aggregazione famigliare, raccogliendo all’inizio della giornata le loro confidenze, ascoltando i loro sogni notturni e dispensando bramati consigli.
I “caffè importanti”, cioè quello della colazione e del dopopranzo, sono fatti dalla padrona di casa e sono caratterizzati (anche dopo che il metodo di estrazione alla turca viene abbandonato per la moka) da una preparazione lenta, necessaria per ottenere il caffè ristretto e denso che piace ai siciliani. La caffettiera sta lungo tempo sul fuoco basso, per dare modo all’acqua di attraversare lentamente la polvere di caffè macinato fine, e quando tre quarti del caffè sono usciti la fiammella viene spenta. Operazione questa che richiede che una persona resti a governare con cura la macchina per tutto il tempo di erogazione.
La cosa diventa impegnativa se si pensa al ruolo del caffè per gli abitanti della regione che amano ripetere tale rituale ogni volta che giunge a casa un ospite: non c’è persona che vada a far visita a una famiglia siciliana che, subito dopo la mano, non si veda porgere la tazzina, accompagnata da quel gesto della mano che comunica accoglienza, apertura e calore. E poi c’è il caffè dei giorni di festa, e il caffè del dopo cena con gli amici nel fine settimana, che assume addirittura connotazioni goliardiche per cui la tazzina deve essere veramente calda e carica.

Luigi Odello

Da Espresso Italiano Specialist (Centro Studi Assaggiatori)
shop.assaggiatori.com

International Coffee Tasting 2024: selezioniamo i giudici sensoriali

Sono ufficialmente aperte le selezioni dei giudici sensoriali per International Coffee Tasting 2024.

Il concorso è l’unico a livello internazionale che applica una rigida e avanzata analisi sensoriale ai caffè in gara: taratura dei giudici, assaggio alla cieca, validazione statistica dei risultati.

Negli ultimi mesi in molti hanno chiesto come candidarsi per fare parte delle commissioni del concorso. Un interesse che nasce non solo dalla possibilità per i giudici sensoriali di migliorare ulteriormente la propria competenza, ma anche dal fatto di condividere un’esperienza di alto livello con altri professionisti valutando caffè di diversi stili e provenienze.

Le date dell’evento:

  • 1 e 2 ottobre sessione dedicata al caffè monoporzionato (capsule e cialde) presso Nestlé Coffee Academy (sede di Assago, MI)
  • 5, 6 e 7 novembre sessione dedicata a espresso, filtro e moka presso Factory Food Designers di Autogrill (sede di Rozzano, MI)

I giudici sensoriali selezionati riceveranno un certificato di partecipazione e un’analisi delle proprie performance sensoriali.

Se desideri candidarti come giudice sensoriale per una o più giornate del concorso, scrivi a info@iiac.coffee.

Prezzo tazzina espresso al bar: IEI, no a strumentalizzazioni

Luigi MorelloPresidente IEI

Luigi Morello, presidente di IEI, interviene nella discussione in atto sull’aumento dei prezzi dell’espresso nei pubblici esercizi (+13% secondo i dati Fipe).

«No deciso alla strumentalizzazione del settore: il prezzo del caffè al bar deve riflettere esclusivamente la qualità del prodotto in tazza e il livello del servizio offerto e non può più essere il risultato di speculazioni politiche o legato a un prezzo fisso, storicamente troppo basso». Per Luigi Morello, presidente dell’Istituto Espresso Italiano (IEI), realtà che rappresenta tutta la filiera italiana, non ci sono dubbi sul valore di un espresso, soprattutto alla luce della recente discussione dell’aumento del costo della tazzina al bar.

«Il barista – continua Morello – rappresenta l’ultimo miglio nella trasformazione della materia prima, quindi il prezzo della tazzina di caffè rappresenta a sua volta l’ultimo passaggio nella catena del valore: entrambi costituiscono elementi critici su cui si regge l’intera filiera». Ecco perché l’invito dell’Istituto Espresso Italiano è quello di riflettere con attenzione, evitando conclusioni affrettate, e a considerare il fatto che l’Italia è l’unico Paese che non riesce a valorizzare adeguatamente la figura del barista e a riconoscere il giusto valore del caffè.

Aumento del prezzo della tazzina al di sotto dell’inflazione. L’intervento del presidente di IEI si unisce al commento del presidente di Fipe Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, «perché è importante sottolineare che, in questo momento storico per il settore del caffè, il senso di responsabilità è condiviso non solo dagli esercenti, ma da tutta la filiera», continua il presidente Morello. Come ha rilevato Fipe, a fronte di un tasso di inflazione del +16% tra luglio 2021 e luglio 2024, i prezzi nei bar sono cresciuti del 13%. Anche sulla tazzina di espresso gli aumenti sono al di sotto dell’inflazione, continuando a mantenerne il prezzo tra i più bassi d’Europa.

Aumentano costi e materie prime. «Negli anni passati, i produttori di attrezzature hanno affrontato una grave crisi, causata dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dalla scarsità di componenti elettronici. Ancora più drammatici sono stati gli ultimi 18 mesi per i torrefattori, che si sono trovati ad affrontare una difficile reperibilità del caffè, il costante aumento dei prezzi e ulteriori problematiche logistiche», ancora il presidente dell’Istituto Espresso Italiano.

Sempre più difficile fare il barista. Per l’Istituto Espresso Italiano è fondamentale ricordare che l’intero settore sta attraversando momenti difficili, anche a causa della mancanza di personale qualificato. La bassa redditività non solo ha ridotto il numero degli esercenti, ma ha anche reso difficile offrire stipendi adeguati, facendo sì che la professione del barista sia meno attrattiva. Secondo Fipe Confcommercio, infatti negli ultimi 10 anni il numero delle imprese che svolgono attività esclusivamente di bar è diminuito di oltre 22mila unità.

Espresso d’estate: ecco le proposte dell’Istituto Espresso Italiano (IEI). Sei ricette esclusive per combattere il caldo con il caffè freddo

Un rito quotidiano che non si perde neppure d’estate. Quello della tazzina al bar è un momento di pausa irrinunciabile per gli italiani che con la stagione calda diventa un modo corroborante per lenire la canicola.

Una attenzione, quella alla qualità dell’espresso italiano, declinata anche in estate, al mare, in montagna o nelle città d’arte perché la pausa caffè è una esperienza che non va in vacanza dal momento che oltre il 73% degli italiani beve regolarmente caffè ogni giorno. In Italia, infatti, si bevono 95 milioni di tazzine di caffè al giorno, quasi una media di 1,6 a persona. Secondo l’Area Studi Mediobanca nel mondo sono 3,2 miliardi le tazzine bevuto ogni giorno. Valore stimato in crescita a 3,8 miliardi di tazzine entro il 2030.

Ecco, quindi, che anche quest’anno l’Istituto Espresso Italiano (IEI) ha chiesto ai propri soci qualche consiglio e tendenza per gustare al meglio uno dei migliori alleati per combattere la calura. Perché il caffè, grazie alla caffeina consente recuperare energia e riprendersi dalla spossatezza dovuta proprio al caldo.

Le 6 ricette dei professionisti IEI da rifare anche a casa. L’Istituto Espresso Italiano (IEI) ha chiesto ai propri soci di proporre alcune ricette e tendenze del momento, anche da poter riproporre a casa o al mare. Tra le proposte cool 2024 c’è l’Iced Coffee, ricetta freschissima e facile da realizzare: un doppio espresso viene mischiato a latte freddo e ghiaccio per ottenere un drink da godere in totale relax. È una proposta vegan il Frappè al caffè con nocciolata di Dersut che unisce caffè espresso, nocciolata al caffè fatta in casa, latte di nocciole e panna montata per decorare. Caffè Milani rende golosa la pausa con il Torroncino ghiacciato al caffè dove ghiaccio, espresso, latte condensato, miele e torrone alle mandorle si uniscono in una crema ghiacciata simile alla granita siciliana. Si chiama Connubio, invece, la pausa estiva di Filicori Zechini, un comfort food estivo che mette insieme caffè espresso raffreddato in ghiaccio, granita siciliana fresca alla mandorla e crema pasticcera al pistacchio. Apre la porta ai viaggi, l’East India Coffee di Jolly Caffè con la fusione tra rum cubano, liquore al caramello salato, olio di sesamo tostato e ovviamente caffè espresso. Mentre il Cappuccino Invertito proposto da Essse Caffè coniuga, invece, latte, caffè, ghiaccio e sciroppo di mandorla.

In allegato le ricette complete.

International Coffee Tasting 2024: dal 5 al 7 novembre la Factory Food Designers di Autogrill ospita la sessione dedicata al mondo del caffè in grani

International Coffee Tasting, il concorso organizzato da IIAC – International Institute of Coffee Tasters, annuncia la sessione dedicata al segmento caffè in grani che si terrà presso la Factory Food Designers all’interno dell’headquarter di Autogrill a Rozzano (MI). Una sessione particolarmente attesa dai torrefattori italiani e non proprio perché storicamente in grado di attrarre i grandi marchi nazionali e internazionali nel confronto per assegnare le Gold Medal ai prodotti migliori.

IIAC nasce nel 1993 come associazione dedicata all’assaggio del caffè in generale, ma sin da subito ci siamo focalizzati in modo specifico sull’espresso, prima quello italiano e poi, mano a mano che il mercato internazionale evolveva, abbiamo acquisito una notevole esperienza anche sugli altri stili – ha commentato Carlo Odello, presidente IIAC – L’espresso si ricollega a un mondo che ben conosciamo in quanto da più di trent’anni organizziamo corsi di analisi sensoriale dedicato agli operatori sia nell’ambito della certificazione dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) sia in altri contesti con player globali”.

International Coffee Tasting si basa sulle rigide regole dell’analisi sensoriale. Si avvale infatti di assaggiatori che operano alla cieca, quindi senza conoscere il prodotto. Inoltre, i dati di assaggio (nel 2023 più di 120.000) sono elaborati tramite un ampio numero di strumenti statistici per valutare la loro qualità e arrivare a profili sensoriali validati statisticamente. A riprova della massima trasparenza del concorso, la formula per il calcolo del punteggio attribuito ai prodotti in gara è pubblica, disponibile sul sito di International Coffee Tasting con la spiegazione dettagliata ed esauriente del peso attribuito alle singole caratteristiche sensoriali.

International Coffee Tasting è nato con l’idea di fornire un banco di prova equo e indipendente per le torrefazioni, per dare loro la possibilità di una valutazione oggettiva dei propri prodotti e permettergli di valorizzarli e migliorarli a favore del consumatore finale – ha continuato Odello – Questo è davvero lo scopo ultimo della competizione: sostenere la competenza del settore e dei suoi professionisti. Per questo siamo tra i concorsi più selettivi del food & beverage: nel 2023 abbiamo premiato con la Gold Medal meno del 25% dei prodotti in gara”.

Per maggiori informazioni e iscrizioni
Website: www.internationalcoffeetasting.com
E-mail: info@internationalcoffeetasting.com
Telefono: +39 030 381558
Whatsapp: +39 375 6731195

Gestione Risorse, riciclo e coinvolgimento di stakeholder: così la filiera dell’espresso guarda alla sostenibilità

Luigi Morello, Presidente di IEI

La sostenibilità è il faro che guida gli investimenti in progetti di sviluppo delle aziende della filiera dell’espresso che aderiscono all’Istituto Espresso Italiano (IEI). Utilizzo sostenibile delle risorse e riciclo della materia di scarto, i due capisaldi delle aziende. Dall’indagine recentemente condotta da IEI sui propri associati, emerge per esempio che circa l’impatto ambientale, il 54.6% delle imprese guardino ad una gestione sostenibile delle risorse naturali, tra cui l’acqua, l’energia e i vari materiali. Stessa percentuale, 54,6%, opta per la gestione dei rifiuti o dei prodotti di scarto attuata attraverso la promozione del riciclaggio e la riduzione stessa del rifiuto, oltre ad aumentare e implementare la collaborazione con le società per il riutilizzo. Seguono poi, con quasi il 35%, sia l’abbattimento delle emissioni di gas serra, sia l’utilizzo di attrezzature di nuova generazione.

I risultati della nostra indagine dimostrano come le aziende della filiera, aderenti all’Istituto Espresso Italiano, siano fortemente impegnate nella gestione sostenibile delle risorse e nella riduzione dell’impatto ambientale – spiega il Presidente di IEI, Luigi Morello – questo impegno non solo migliora la resilienza e la competitività delle imprese, ma contribuisce anche a un futuro più responsabile per tutti”.

Quali investimenti per la sostenibilità. Su quale tipo di investimenti in sostenibilità siano stati fatti negli ultimi cinque anni, la maggior parte delle imprese afferma di aver acquistato nuovi macchinari per seguire e anticipare trend di mercato ed effettuato scouting tecnologico dei materiali di imballaggio, progettazione di nuove macchine a capsule compostabili oltre alla certificazione di cialde o capsule compostabili. Questo perché l’80% delle realtà prese in esame da IEI, ha investito, e continua a farlo, in ricerca e sviluppo per migliorare la resilienza e competitività. Negli ultimi 20 anni, poi, quasi tutte le imprese hanno abbattuto del 70% i quantitativi di gas inquinanti. A questo si somma il fatto che l’63,7% delle aziende oggetto della survey ha redatto o ha in programma di farlo, il bilancio di sostenibilità. “Questi investimenti dimostrano chiaramente che le nostre aziende non solo si adattano ai cambiamenti del mercato, ma li anticipano, guidando l’innovazione e la sostenibilità nel settore dell’espresso. La nostra dedizione alla ricerca e sviluppo è la chiave per un futuro più sostenibile e competitivo”, aggiunge Morello.

La sostenibilità è anche sociale. Se contiamo poi che uno dei tre pillar della sostenibilità è rappresentato dal sociale, il 90% delle imprese prende parte a iniziative di beneficenza e partecipa a iniziative locali o globali. Inoltre, il 40%, difende la diversità e favorisce l’inclusione e, ancora il 40%, incentiva il rispetto dei diritti umani lungo tutta la catena di approvvigionamento. “L’attenzione alla sostenibilità sociale è altrettanto fondamentale. Le nostre aziende non solo partecipano attivamente a iniziative di beneficenza e promuovono la diversità e l’inclusione, ma si impegnano anche a rispettare i diritti umani lungo tutta la catena di approvvigionamento. Questo approccio integrato alla sostenibilità dimostra che il nostro settore è all’avanguardia nel creare un impatto positivo sia sull’ambiente che sulla società”, conclude il Presidente di IEI, Luigi Morello.

Infine, la filiera del caffè di IEI coinvolge gli stakeholder nei propri processi e nelle proprie scelte. Il 63,6% lo fa con la valutazione e presa in carico dei feedback dei clienti, il 54,5% con il dialogo aperto ovvero con un coinvolgimento attivo degli stakeholder nelle decisioni aziendali mentre il 36,4% attraverso la formazione con programmi portati avanti per i clienti sul risparmio di materie prime (acqua, latte, caffè) ed energia.