Volete visibilità? Siate cattivi

Siamo quasi certi che i migliori strateghi del marketing ci stiano pensando: se un caffè vince la medaglia d’oro in un importante concorso, qualche citazione ci scappa, qualche amico che ne parla c’è, qualche appassionato che ha un blog si sente in dovere di scriverne. Ma è nulla in confronto a ciò che succede se per caso un piccolo lotto di caffè viene segnalato come potenzialmente pericoloso e ritirato dagli scaffali. In questo caso non c’è testata che non ci si metta di buzzo buono tracciando con dovizia di particolari tutto ciò che può succedere ai poveracci che l’hanno degustato prima del ferale avviso. Non sappiamo esattamente l’inquietudine provocata, ma sicuramente parole come “cancro”, ovviamente messe in grassetto, potrebbero avere spinto molti a richiedere al medico analisi dettagliate del sangue e magari anche una tac, con buona pace per il nostro sistema sanitario nazionale già decisamente malmesso. Nell’ambito degli articoli analizzati il soggetto passava dal lotto del caffè ai principi attivi sotto accusa che di fatto, a livello di percepito, diventavano l’intero contenuto della confezione. Ovviamente qualcuno si è allargato, qualche scivolone c’è stato persino a livello ortografico nella terminologia chimica, ma comunque un alert doveroso delle autorità si è trasformato in un evento mediatico che avrebbe richiesto milioni di euro di investimento per ottenerlo volutamente. Ora, non sappiamo quanto sia il danno per l’impresa in questione, ma pensandoci bene, non ci sarebbe una birichinata che potremmo commettere per fare parlare il mondo di noi?
Pensateci bene: alcuni professionisti della comunicazione hanno capito da tempo che la critica paga molto più dell’elogio, gli stessi notiziari televisivi sono costruiti per larga parte su eventi negativi: ma il mondo è davvero così?

Luigi Odello

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