Il cappuccino più grande del mondo? Sicuramente una grande tristezza

di Carlo Odello
(Consigliere e docente dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè)

Non credo che molti professionisti condividano la definizione di "cappuccino più grande del mondo" per quanto preparato a Host 2013. Non sono, infatti, solo gli ingredienti a determinare cos’è la nostra bevanda più amata, ma anche le sue modalità di preparazione.

Certamente, quanto visto non è stato uno dei momenti più alti della storia del caffè in Italia. Quell’ammasso informe di latte, vedasi la foto sotto, non ha di certo aiutato a sostenere le ragioni di quell’Italia del caffè che lavora per la qualità del prodotto e una seria formazione sullo stesso.

Quattromila litri di latte sono scivolati via tra lo sguardo un po’ stupito dei visitatori stranieri che probabilmente non si aspettavano di assistere a un tale spettacolo in una fiera tanto rinomata. Spettacolo che in fin dei conti ha inorgoglito pochi e lasciato perplessi molti. Il tutto in nome dei famosi 15 minuti di celebrità di quei pochi.

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1 Commento a “Il cappuccino più grande del mondo? Sicuramente una grande tristezza”

  1. Paolo scrive:

    «Fu il sangue mio d’invidia sì riarso
    che se veduto avesse uomo farsi lieto,
    visto m’avresti di livore sparso.
    (Dante Alighieri, Purgatorio, XIV, vv.82-84)

    “rammarico e risentimento che si prova per la felicità, la prosperità e il benessere altrui, sia che l’interessato si consideri ingiustamente escluso da tali beni, sia che già possedendoli, ne pretenda l’esclusivo godimento… è il desiderio frustrato di ciò che non si è potuto raggiungere per difficoltà o ostacoli non facilmente superabili, ma che altri, nello stesso ambiente o in condizioni apparentemente analoghe, ha vinto o vince con manifesto successo”

    “dal latino in – avversativo – e videre, guardare contro, ostilmente, biecamente o genericamente guardare male, quindi “gettare il malocchio”) si riferisce a uno stato d’animo o sentimento per cui, in relazione a un bene o una qualità posseduta da un altro, si prova spesso astio e un risentimento tale da desiderare il male di colui che ha quel bene o qualità.”