Migliore assaggiatore di caffe’ 2014: al comando della classifica provvisoria due sardi e un altoatesino

Best coffee taster

Hanno avuto luogo a Cagliari e a Brescia le prime gare di Best Coffee Tasters 2014, il campionato per il migliore assaggiatore di caffè organizzato dall’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac). I concorrenti hanno assaggiato quattro caffè, senza conoscerne ovviamente la marca, e li hanno valutati con una scheda di assaggio. Un programma di statistica per l’analisi sensoriale, il Big Sensory Soft, ha valutato la loro perfomance e decretato un punteggio per ognuno.

Di seguito la classifica generale del campionato dopo le prime due tappe, a guidarla i sardi Giuseppe Musiu e Davide Spinelli, terzo l’altoaltesino Stefan Schreyögg:

classificabct

Dopo la tappa di Cagliari, organizzata in collaborazione con la torrefazione Altogusto, sono già disponibili le prossime date: il 5 maggio a Castelmaggiore (Bologna, in collaborazione con Torrefazione Parenti), il 19 maggio a Bologna (in collaborazione con La Spaziale) e il 19 giugno a Binasco (Milano, in collaborazione con Gruppo Cimbali). Altre tappe saranno presto disponibili. La competizione è aperta a chiunque voglia mettersi alla prova nell’assaggio del caffè. A fare da garante del corretto svolgimento della gara sarà presente un docente Iiac. Per iscriversi basta visitare www.assaggiatoricaffe.org.

Ma cosa serve per essere un buon assaggiatore di caffè? “Innanzitutto la curiosità, l’amore per l’esplorazione, il gusto della scoperta – racconta Luigi Odello, presidente Iiac e professore di analisi sensoriale in università italiane e straniere – Da queste caratteristiche nasce la passione e quindi il desiderio di affinare le proprie capacità sensoriali, di avere una visione più completa della realtà libera da condizionamenti e da abitudini”.

Arriva poi per tutti gli assaggiatori il momento della comunicazione. “Si palesa infatti il piacere della condivisione e quindi la narrazione delle proprie scoperte sensoriali e la necessità di comunicarle a quanti ci stanno vicini – continua Odello – All’iniziale spinta emotiva occorre però fare seguire un percorso tecnico, meglio se con l’aiuto di buoni maestri, quelli che non ti dicono mai ciò che è buono, ma ti danno gli strumenti per scoprirlo”.

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